La prima conquista invernale delle Tre Cime |
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Nel gennaio 1963, esposti alle più basse
temperature, tre tedeschi originari della
Sassonia, rispettivamente Peter Siegert,
Gerd Uhner e Reiner Kauschke, se ne
stanno davanti alla parete nord della Cima
Grande, e ponderano riflessivi il percorso più
diretto di “una goccia cadente“.
Non deve essere una Direttissima,
bensì, per dirla con un'espressione di recente
coniazione, una »Superdirettissima«,
che mostra quasi nessuna deviazione dalla linea
di caduta.
E sentendo i tre i loro inseguitori alle
calcagna, rimandano l'assalto a inverno
inoltrato. In diciassette giorni,
a più di trenta gradi sotto zero,
scalano, chiodo dopo chiodo, i 550 metri di
altezza sino alla cima. Con 500 arpioni in ferro
torturano la parete tutt'altro che affabile per
realizzare il sogno di una vita.
Sono forse preoccupati dall'imperante dogma di
una scalata »by fair means«? E che cosa
significa con mezzi leali? L'uomo è mai stato
leale con la natura? La rivista illustrata
tedesca »Quick« va dritta al punto con la
seguente domanda che dà il titolo al reportage:
»Eroi o folli?«.
Sommario ...
4a parte: Victoria Savs
La famosa soldatessa ha combattuto durante la prima guerra mondiale nella consapevolezza dei suoi superiori, tuttavia, rimase sconosciuta come donna per molto tempo.
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